Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

107 DOCUMENTO SIPREC 2022 con maggior precisione il livello di rischio, in particolare cardiovascolare, del paziente e di classificarlo secondo algoritmi che un tempo non avevamo a disposizione. Il riconoscimento della presenza della sindrome metabolica, in associazione con altri fattori, consente di calibrare gli interventi e valutare i risultati. Ove presenti i PDTA (Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale) costituiscono un efficiente strumento di integrazione in quanto mettono in relazione strutture che mai avevano dialogato prima così da trattare in modo intensivo tutti quei soggetti la cui situazione clinica impone scelte urgenti, lasciando ai MMG sul territorio la gestione dei casi meno impegnativi e più numerosi. Dalla parte del MMG, la continuità assistenziale gioca un ruolo importante: essa consente di realizzare diverse situazioni comunicative anche, spesso, extra-cliniche, durante le quali è possibile attuare strategie comunicative opportunistiche ad alto indice di efficacia. La continuità si situa nella realizzazione di un rapporto interpersonale che ha il suo inizio fondamentale nel momento della scelta del medico da parte del paziente, espressione tangibile del conferimento della fiducia ad un professionista della salute e si sostanzia nella conservazione/gestione del patrimonio di informazioni riguardanti il paziente che il medico registra ed utilizza per scopi assistenziali. L’informatizzazione è di grande aiuto e la possibilità di utilizzare hand out messi a disposizione nelle cartelle cliniche e la possibilità di misurare puntualmente il rischio sono elementi che sostengono una comunicazione efficace a livello della Medicina Generale. Nel processo di comunicazione interpersonale che si instaura con il paziente, esiste un momento negoziale nel quale le esigenze del medico, basate su argomenti scientifici si scontrano con quelle del paziente, con i suoi valori, le sue abitudini, il suo stile di vita e la sua cultura alimentare. Solo una negoziazione accorta, porta a definire un percorso che, seppure con mille difficoltà, potrà avere qualche probabilità di successo. Un medico, pur mantenendo solidi i propri obiettivi di fondo, deve essere in grado di tollerare risultati parziali ed anche minimi pur di avviare un processo virtuoso che solo nel tempo potrà dare i risultati sperati. Spesso il livello su cui si agisce travalica la dimensione personale, per trasferirsi su quella familiare, ambito nel quale il MMG può ancora far sentire la propria autorevolezza. Il processo di cambiamento dello stile di vita è quello descritto da Prochaska e Di Clemente [6]: la loro teoria prevede un modello circolare nel quale il soggetto passa da uno stato all’altro ( pre-contemplazione, contemplazione, determinazione, azione, mantenimento o ricaduta). In ogni stadio sono specificati caratteristiche e modalità di intervento e sostegno che orientano il medico dando indicazioni specifiche su come comportarsi nel modo più efficace ed efficiente possibile. Queste strategie hanno comunque uno scarso indice di efficacia malgrado la grande quantità di lavori scientifici in materia e la competenza degli operatori; spesso i motivi del fallimento non sono interpretabili se non nell’ambito psico-sociale dell’individuo, all’interno del quale originano valori, preferenze ed abitudini che, anche se personali, esistono all’interno di contesti socioculturali condivisi. Così i concetti di ‘poco’ o ‘tanto’ riferiti al cibo assumono dimensioni quantitative e, conseguentemente, caloriche, assai variabili in gruppi culturali diversi. Il senso di perdita e di restrizione vissuto dal paziente al momento della prescrizione di una dieta assume aspetti diversi a seconda del contesto sociale: si pensi agli eccessi diametralmente opposti che l’ossessione della dieta provoca nelle giovani appartenenti agli strati sociali più ricchi [7]. La complessità delle cause degli stili di vita insalubri è ulteriormente complicata dall’influsso che i messaggi veicolati nei media hanno sulle percezioni e sui comportamenti delle persone; ogni singolo individuo è immerso in un mare di messaggi, tra i quali quelli del suo medico non sono necessariamente i più rilevanti. E’ chiaro che le attività di promozione della salute potranno essere efficaci solo a patto di una convergenza di interventi a livello pubblico (Ministero della Salute, Regioni, ASL)

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