Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

109 DOCUMENTO SIPREC 2022 5. INTERVENTI DI COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE 5.3 La gestione multidisciplinare del paziente obeso Saula Vigili de Kreutzenberg Malattie del Metabolismo – Dipartimento di Medicina Università degli Studi di Padova L’obesità, definita da un indice di massa corporea ≥30.0 kg/m2, è la condizione clinica che maggiormente si associa ad altre malattie croniche non-trasmissibili, in quanto rappresenta un importante fattore di rischio per diabete tipo 2, dislipidemia, ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, ictus, colelitiasi, patologie respiratorie, apnee notturne, osteoartriti e alcuni tipi di cancro [1]. Inoltre l’obesità è spesso una manifestazione di alcune patologie endocrine, quali ipotiroidismo, sindrome di Cushing, sindrome dell’ovaio policistico, ipogonadismo [2]. Il soggetto obeso il più delle volte, quindi non è solo “obeso”, ma è un paziente che oltre all’obesità presenta un certo numero di altre patologie e spesso problematiche complesse che riguardano non solo la sfera psichica e fisica, ma anche condizioni ambientali, sociali, culturali. Una problematica così complessa, per una gestione ottimale, prevede giocoforza un approccio diagnostico-terapeutico di tipo multidisciplinare, che abbia come obbiettivo non solo la correzione dell’obesità per sé, ma anche delle singole patologie eventualmente associate all’obesità. L’approccio di intervento multidisciplinare può essere indicato anche nel paziente obeso non complicato, che presenti situazioni difficilmente trattabili a livello di cure primarie o con ripetute esperienze di calo ponderale e deve essere mirato alla stratificazione del rischio del soggetto obeso e all’impiego di strategie di trattamento che siano specifiche per il singolo paziente, finalizzate al miglioramento degli outcomes clinici e alla razionalizzazione delle terapie. Sono numerose le evidenze scientifiche che dimostrano che l’approccio multidisciplinare è indispensabile per un trattamento efficace dell’obesità, che comprenda opzioni terapeutiche realistiche e sostenibili; tale approccio è trasversalmente condiviso dalle diverse linee-guida nazionali e internazionali dedicate [3-5]. Il trattamento multidisciplinare personalizzato inoltre è risultato efficace anche nel ridurre la prevalenza di obesità in bambini e adolescenti [6]. Con il costante aumento della prevalenza di obesità nella popolazione, l’intervento della Medicina primaria rappresenta il primo livello nella gestione dell’obesità. Il medico di Medicina Generale (MMG) per primo valuta il paziente, diagnostica l’obesità e identifica i fattori di rischio e le comorbidità. I MMG sono quindi attori indispensabili nel team della gestione dell’obesità e giocano un ruolo cruciale nella gestione cronica del paziente, anche se, idealmente, il primo compito del MMG è quello di prevenire l’obesità. Se l’intervento del MMG risulta insufficiente, o se il paziente presenta un’obesità grave e complicata si rende necessario un approccio di secondo livello, che preveda la collaborazione multidisciplinare tra MMG e altre figure professionali. Il team multidisciplinare per l’inquadramento e la cura dell’obesità deve pertanto includere, oltre al MMG, l’internista/endocrinologo esperto nella gestione dell’obesità, il nutrizionista, lo psicologo, lo psichiatra il chirurgo bariatrico, quali figure cardine ed eventuali altre figure specialistiche in base alle comorbilità presentate dal paziente (pneumologo, cardiologo, otorino, ortopedico, fisiatra, angiologo, ginecologo, chirurgo plastico, fisioterapista, etc.). Al team multidisciplinare dovrebbe inoltre partecipare l’infermiere dedicato. Compito del team è quello di implementare percorsi diagnostico-terapeutici specifici per il singolo paziente, differenziati a seconda del grado di obesità e delle comorbidità presentate, che includano la possibilità di accedere direttamente allo specialista di riferimento, quando necessario.

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