Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

48 OBESITÀ: DA AMPLIFICATORE DI RISCHIO A MALATTIA CRONICA 3. ASPETTI CLINICI 3.4 Obesità ed ipertensione Guido Grassi, Gino Seravalle Università Milano-Bicocca, Milano, Italy Obesità e ipertensione: due condizioni separate o un unico problema La relazione tra obesità e ipertensione è stata evidenziata non solo negli adulti ma anche nei bambini e adolescenti [1,2]. Gli individui obesi, rispetto ai non obesi, hanno livelli più elevati di pressione anche all’interno del range di normalità. Uno studio su 3216 soggetti ha evidenziato che il 58.1% dei soggetti normotesi presentava un peso normale e solo il 10.6% era obeso, mentre il 23.4% dei pazienti ipertesi era normopeso ed il 43.7% era obeso ad indicare che ipertensione ed obesità sono strettamente legati [3]. La relazione tra indice di massa corporea e pressione sistolica e diastolica sembra essere quasi lineare [4]. Si stima un incremento di rischio di ipertensione del 20-30% per ogni incremento del 5% del peso corporeo [5]. Studi clinici hanno anche evidenziato che mantenere un indice di massa corporea < 25 kg/m2 rappresenta un efficace prevenzione primaria per l’ipertensione e che il calo ponderale è in grado di ridurre la pressione arteriosa nella maggior parte dei soggetti ipertesi [6]. Naturalmente quando si parla di obesità questa condizione comprende non solo variazioni antropometriche ma anche alterazioni metaboliche che consentono di individuare vari fenotipi di obesi metabolicamente sani o patologici [7] (Figura 1). Il fenotipo con distribuzione viscerale del grasso si accompagna ad un quadro metabolicamente peggiore con un quadro di insulino resistenza e attivazione simpatica che rende questa condizione più favorevole all’incremento della pressione arteriosa e ad un maggiore rischio cardiovascolare [8-10]. Figura 1. Distribuzione del grasso corporeo in individui obesi metabolicamente sani o a rischio. Da Stefan N, et al. [7], per gentile concessione. Obesità e predizione di ipertensione L’obesità può essere evidente ad ogni età. Vari studi hanno evidenziato che la sua prevalenza è aumentata sia negli adulti che nei bambini, indipendentemente dalla distribuzione geografica, dall’etnia o dalle condizioni socio-economiche [11]. Pur non sottovalutando gli effetti della diminuzione dell’attività fisica o dell’aumentata disponibilità di cibo ad alto contenuto calorico, non si può non sottolineare che le evidenze sperimentali che suggeriscono l’importanza dei fattori ereditari nel determinare la massa corporea dell’individuo sono estremamente forti [12]. Studi su gemelli omozigoti e dizigoti hanno stimato che la componente ereditaria del BMI sia del 60-80% [13]. Quindi, se è ovvio che le modificazioni ambientali determinino in una popolazione una modificazioni della diOBESITÀ GRASSO SOTTOCUTANEO GRASSO VISCERALE STEATOSI EPATICA GRASSO NEL MIDOLLO SCHELETRICO GRASSO SOTTOCUTANEO GRASSO VISCERALE STEATOSI EPATICA GRASSO NEL MIDOLLO SCHELETRICO

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