Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

52 OBESITÀ: DA AMPLIFICATORE DI RISCHIO A MALATTIA CRONICA Tabella 1. Dati medi±SEM dei parametri antropometrici, emodinamici e microneurografici di soggetti normotesi magri, normotesi obesi, ipertesi magri e obesi ipertesi (modificata da [41], per gentile concessione). FC, frequenza cardiaca; IMC, indice di massa corporea; PA, pressione arteriosa; TNS, traffico nervoso simpatico. *p<0.01 e **p<0.05 vs controlli; ¶p<0.05 vs ipertesi; §p<0.01 e dp<0.05 vs obesi Emodinamica renale e riassorbimento di sodio L’incremento di peso comporta inizialmente una vasodilatazione renale ed un incremento del flusso sanguigno renale e la filtrazione glomerulare prima del danno del nefrone [42]. I fattori che contribuiscono alla vasodilatazione renale comprendono la compressione dei tubuli renali, l’iperglicemia, l’elevato introito proteico, l’iperinsulinemia e l’aumento della pressione arteriosa associata ad una alterata autoregolazione renale [43]. L’obesità, con la compressione che determina a livello renale, determina un incremento della pressione intrarenale e la tendenza a ridurre il flusso di sangue nei vasa recta e a livello dell’ansa di Henle [42]. Queste alterazioni determinano un aumentato riassorbimento di NaCl nell’ansa di Henle ed un ridotto rilascio di NaCl a livello della macula densa causando una riduzione riflessa nelle resistenze dell’arteriola efferente, un aumento del flusso sanguigno renale e della filtrazione glomerulare e la secrezione di renina. Tutto ciò aiuta a ristabilire il rilascio di NaCl a livello della macula densa e ristabilire il bilancio del sodio. Anche l’attivazione dei recettori mineralcorticoidi contribuisce alla vasodilatazione renale nell’obesità attraverso l’aumentata produzione di ossido nitrico [44, 45]. L’aumento della pressione arteriosa associata all’obesità contribuisce all’aumento della pressione idrostatica glomerulare e della filtrazione glomerulare, soprattutto se l’autoregolazione è alterata a causa del ridotto feedback a livello della macula densa. Tutto ciò contribuisce al danno renale. Tre meccanismi principali hanno un ruolo importante nel determinare, nell’obesità, un incremento di riassorbimento di sodio renale e ipertensione: la compressione renale [46], la stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone e attivazione dei recettori mineralcorticoidi renali [47], e la stimolazione del sistema nervoso simpatico [41]. Danno vascolare Numerosi studi hanno dimostrato che l’incremento della pressione in pazienti obesi dipende da uno sviluppo di disfunzione endoteliale [48] e rigidità vascolare [49]. Entrambi questi aspetti sono associati alla presenza di insulino resistenza che è comunemente presente nei soggetti obesi e precede la progressione delle precoci disfunzione vascolari verso l’ipertensione [50,51]. In ratti spontaneamente ipertesi l’alterata reattività vascolare all’insulina è stata osservata prima dello sviluppo dell’iperten- Controlli Obesi Ipertesi Obesi-Ipertesi Variabili N=14 n=16 n=13 n=14 Età, anni 33.5±2.2 32.9±2. 38.5±1.8 38.8±2.3 Peso, kg 77.3±2.1 108.2±2.9*¶ 79.0±1.7 109.4±3.1*¶ IMC, Kg/m2 22.8±0.7 37.2±1.3*¶ 24.0±0.8 37.5±1.3*¶ PA, mmHg 127.3/75.5 130.5/76.1 154.2/97.1*§ 156.2/3.3*§ ±2.5/±2.0 ±3.0/±2.1 ±3.0/±3.1 ±3.3/±2.8 FC, bpm 69.9±2.0 69.2±2.4 71.5±2.1 80.1±2.4**¶d TNS, scariche/100 bpm 32.2±2.5 49.1±3.0* 44.5±3.3 62.1±3.4q*¶d

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