Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

53 DOCUMENTO SIPREC 2022 sione [52], mentre i soggetti obesi rispetto ai normotesi evidenziano già un aumento della rigidità vascolare [50,51]. Nell’obesità è stata riportata una soppressione della produzione di adiponectina [53] che può contribuire allo sviluppo di insulino-resistenza. La ridotta stimolazione insulinica a livello vascolare altera il rilassamento vascolare mentre l’iperinsulinemia favorisce la vasocostrizione [54]. Gli individui obesi presentano anche una iperleptinemia [47] che, in associazione all’attivazione adrenergica, può alterare l’espressione NOS inducendo una disfunzione endoteliale [55]. L’incremento dell’indice di massa corporea si associa anche ad alterazioni strutturali delle grandi arterie come un aumento dello spessore intima-media a livello carotideo indicando in soggetti obesi un aumentato rischio di aterosclerosi, rigidità arteriosa ed ipertensione [3]. Alterazioni sono evidenziabili anche a livello delle arteriole di resistenza. L’utilizzo del retinografo non midriatico ha evidenziato che i soggetti obesi mostrano la tendenza ad un restringimento del diametro arteriolare ed un allargamento di quello venulare [56]. Allo stesso modo la miografia pressurizzata ha consentito di dimostrare che il grasso addominale prelevato da soggetti obesi mostra arterie di resistenza caratterizzate da un maggiore spessore della media e del rapporto intima-media e da un peggioramento della vasodilatazione endotelio dipendente [49] (Figura 3). L’associazione con l’incremento dei valori pressori ha evidenziato che l’iperleptinemia, attraverso una disfunzione endoteliale e l’attivazione simpatica, determina modificazioni strutturali, meccaniche e funzionali a livello arterioso determinando una riduzione del lume interno ed un incremento delle resistenze vascolari [57-59]. Figura 3. Valori individuali e medi di (a) spessore della media, (b) diametro del lume, (c) rapporto medialume, e (d) area della sezione trasversa delle arteriole di resistenza sottocutanee in normotesi magri di controllo (C, triangoli) ed in soggetti obesi normotesi (O, cerchi). Dati sono espressi come medie±SEM. Gli asterischi (** p<0.01) si riferiscono alla significatività statistica tra gruppi. a.u., unità arbitrarie. Da [49], per gentile concessione Stress ossidativo e infiammazione Molti studi hanno evidenziato un aumento dei livelli di radicali liberi dell’ossigeno e una infiammazione sistemica come elemento fisiopatologico della disfunzione endoteliale, ipertrofia vascolare e la conseguente rigidità arteriosa e ipertensione [60-61]. Un incremento dei livelli dei markers di stress ossidativo e infiammazione è risultato proporzionale al grado di obesità soprattutto a livello viscerale [62-63]. I macrofagi del tessuto adiposo risultano essere i principali mediatori dell’infiammazione sistemica e dello stress ossidativo [63,64]. Le citochine pro-infiammatorie quali TNF-α e interleuchina6, che sono liberate dai macrofagi attivati riducono gli effetti metabolici dell’insulina e ne promuovono gli effetti di crescita vascolare [65] oltre che favorire la condizione di insulino resistenza [66,67]. a (μm) C O 35 30 25 20 15 10 b (μm) C O 400 300 200 100 c (au) C (N=16) O (N=17) 0.20 0.15 0.10 0.05 0 d (μm2) C (N=16) O (N=17) 35,000 25,000 15,000 5,000

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