Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

55 DOCUMENTO SIPREC 2022 Questo effetto si accompagna ad una riduzione dell’insulino resistenza e ad un miglioramento del controllo barocettivo riflesso. Il follow up prolungato per 11 anni di soggetti obesi sottoposti a chirurgia bariatrica ha evidenziato la persistenza del calo di peso corporeo di circa il 14-25% associata ad una riduzione della mortalità, della pressione arteriosa e del rischio di diabete [71]. Il trattamento antipertensivo dei soggetti obesi ipertesi indica nell’impiego dei bloccanti del sistema renina-angiotensina i farmaci di prima scelta per i loro effetti di protezione cardiorenale e nella minore incidenza di diabete [72,73]. Questi farmaci sono anche in grado di incrementare i livelli di adiponectina [74]. I diuretici ed i beta bloccanti tradizionali non dovrebbero essere considerati come prima scelta nei soggetti obesi ipertesi per i loro effetti indesiderati sul metabolismo glucidico e lipidico [75]. L’associazione con i calcio antagonisti ed i nuovi beta bloccanti con proprietà vasodilatanti può risultare utile nelle forme di ipertensione di difficile trattamento come pure anche l’impiego di antagonisti dei recettori mineralcorticoidi [76,77]. Anche il trattamento mirato del sistema nervoso simpatico con farmaci simpatolitici o con la denervazione simpatica renale offre una nuova prospettiva per il trattamento dell’ipertensione resistente [78,79]. SINOSSI • L’obesità è una condizione multifattoriale che si associa ad un incremento dei valori pressori con un andamento quasi lineare. • La presenza di obesità, a partire già da bambini e quindi con un maggior tempo per produrre danni al sistema cardiovascolare, comporta un marcato incremento della morbilità. • L’attivazione simpatica, l’insulino resistenza, la disfunzione endoteliale, lo stato infiammatorio sono alcuni dei principali meccanismi fisiopatologici associati all’obesità e all’incremento dei valori pressori. •Nell’ipertensione associata ad obesità fattori emodinamici, renali, l’omeostasi del sodio oltre che alterazioni simpatiche e neuroumorali svolgono un ruolo fisiopatologico di rilievo. • Il danno vascolare che porta all’incremento dei valori pressori vede come fattori patogenetici lo stress ossidativo e l’infiammazione • Il trattamento dietetico, farmacologico e chirurgico consentono di ottenere un calo ponderale che si associa anche ad un miglioramento dei valori pressori e vede nella riduzione dell’insulino resistenza, della leptinemia e del tono adrenergico oltre che un miglioramento del controllo barocettivo riflesso e dello stress ossidativo e stato infiammatorio fattori in grado di incidere positivamente sulla morbidità di questa condizione fisiopatologica. BIBLIOGRAFIA 1. Coatmellec-Taglioni G, Ribiere C. Factors that influence the risk of hypertension in obese individuals. Curr Opin Nephrol Hypertens. 2003;12:305-8. 2. Stabouli S, Kotsis V, Papamichael C, et al. Adolescent obesity is associated with high ambulatory blood pressure and increased carotid intimal-medial thickness. J Pediatr. 2005;147:651-6. 3. Kotsis V; Stabouli S, Bouldin M, et al. Impact of obesity on 24-hour ambulatory blood pressure and hypertension. Hypertension. 2005;45:602-7. 4. Droyvold WB, Midthjell K, Nilsen TIL, et al. Change in body mass index and its impact on blood pressure: a prospective population study. Int I Obes. 2005;29:650-5.

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