Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

62 OBESITÀ: DA AMPLIFICATORE DI RISCHIO A MALATTIA CRONICA da sovrappeso o obesità di grado lieve, mentre nei pazienti con obesità di grado moderato o severo (BMI>35 g/m2) emerge al contrario un aumentato rischio di mortalità nel follow-up a lungo termine [23]. Di conseguenza, la riduzione del grado di obesità (da moderato-severa a lieve-sovrappeso) rappresenta un obiettivo cruciale da perseguire nel paziente con malattia coronarica. Considerazioni conclusive La prevalenza dell’obesità è drammaticamente aumentata negli ultimi decenni, raggiungendo a livello globale proporzioni epidemiche [24]. Nella popolazione generale, l’obesità, ed in particolare l’obesità di grado severo (BMI>35 Kg/m2), si associa fortemente ad un aumentato rischio di malattia coronarica e di mortalità cardiovascolare. Tuttavia è importante sottolineare che il grado di obesità non sia l’unico elemento ad influenzare la prognosi cardiovascolare, ma altri fattori rivestono un significativo ruolo prognostico come la durata di esposizione alla stessa. Ne deriva dunque l’importanza di attuare interventi di prevenzione primaria il prima possibile, a partire dall’età adolescenziale, al fine di ritardare il più possibile l’esordio dell’obesità. All’interno della popolazione obesa sono stati inoltre identificati multipli fenotipi, caratterizzati da differenti profili di rischio cardiovascolare. L’inquadramento del paziente all’interno di questi sottogruppi è di cruciale importanza ai fini di una accurata stratificazione del rischio di cardiovascolare e dei successivi interventi terapeutici. SINOSSI • L’obesità è una condizione morbosa estremamente eterogenea, in cui individui con simile BMI possono presentare differenti profili di rischio cardiovascolare. • La suscettibilità a sviluppare le complicanze cardiovascolari dell’obesità è determinato non solo dal grado di eccesso ponderale, ma da altri fattori quali la distribuzione regionale del grasso corporeo, il livello di fitness cardiocircolatoria, il profilo nutrizionale e la durata dell’obesità stessa. • La caratterizzazione di ciascuno di tali fattori è di cruciale importanza ai fini di una precisa stratificazione del rischio cardiovascolare e la tempestiva attuazione di strategie di prevenzione primaria o secondaria. BIBLIOGRAFIA 1. Fantuzzi G, Mazzone T. Adipose tissue and atherosclerosis: exploring the connection. Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2007. 27:996–1003. 2. Piché ME, Tchernof A, Després JP. Obesity Phenotypes, Diabetes, and Cardiovascular Diseases. Circ Res. 2020. 126(11):1477–1500.. 3. Okura T, Nakata Y, Yamabuki K, Tanaka K. Regional body composition changes exhibit opposing effects on coronary heart disease risk factors. Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2004. 24:923–929. 4. Coutinho T, Goel K, Corrêa de Sá D, Kragelund C, Kanaya AM, Zeller M, Park JS, Kober L, TorpPedersen C, Cottin Y, et al. Central obesity and survival in subjects with coronary artery disease: a systematic review of the literature and collaborative analysis with individual subject data. J Am Coll Cardiol. 2011. 57:1877–1886. 5. Fujimoto WY, Bergstrom RW, Boyko EJ, Chen KW, Leonetti DL, Newell-Morris L, Shofer JB, Wahl

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