Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

69 DOCUMENTO SIPREC 2022 Obesità, scompenso cardiaco e peptidi natriuretici Un ruolo importante nello sviluppo dell’obesità è svolto anche dai peptidi natriuretici (soprattutto il fattore natriuretico atriale ANP e quello cerebrale BNP) che sono sintetizzati nel cuore e sono implicati in numerose funzioni cardiovascolari e in molte patologie dell’apparato cardiovascolare, prime tra tutte lo scompenso cardiaco [18]. Il loro ruolo nel controllo del metabolismo lipidico avviene direttamente nel tessuto adiposo dove questi peptidi, mediante l’interazione con il loro recettore di membrana, favoriscono la lipolisi ed anche l’ossidazione dei grassi a livello mitocondriale. In tal modo, ANP e BNP conferiscono un effetto protettivo nei confronti dell’accumulo di grasso, e pertanto contrastano l’obesità e l’insulino-resistenza, favorendo la sintesi di adiponectina (Figura 2). Infatti, la riduzione di ANP e BNP contribuisce allo sviluppo di obesità, con aumento del grasso viscerale ed epicardico che, a sua volta, determina stress ed insulto miocardico con conseguente disfunzione cardiaca. Al contrario, l’aumento dei peptidi natriuretici, quale si osserva nei pazienti scompensati che assumono terapia di combinazione valsartan /sacubitril (quest’ultimo un bloccante della loro degradazione mediante blocco della neutroendopeptidasi) favorisce il metabolismo lipidico. Nell’obesità è noto che il livello dei peptidi natriuretici è diminuito, rispetto al soggetto non obeso, a causa sia di una aumentata degradazione che di una ridotta sintesi cardiaca [19]. Da questa evidenza deriva che la relazione patogenetica tra peptidi natriuretici e obesità nello scompenso cardiaco ha anche altre importanti implicazioni, in particolare di tipo diagnostico e prognostico. A tale riguardo, va sottolineato che la determinazione dei livelli dei peptidi natriuretici è da tempo raccomandata per l’uso clinico nella diagnosi o esclusione di scompenso cardiaco, assumendo per il BNP un valore di cut-off superiore a 100 pg/ml, e per la sua forma amino- terminale (NT-proBNP) un valore superiore a 450 pg/ml [20]. Nel paziente obeso affetto da scompenso cardiaco si assume che il valore di cut-off da utilizzare per la diagnosi debba pertanto essere ridotto rispetto a quello che si utilizza nel soggetto non obeso, introducendo un cut-off basato sul body mass index (BMI). Infatti, è stato suggerito che un livello di cut-off di BNP pari a 54 pg/ml possa essere usato nei pazienti con BMI >35 kg/m2. La Società Europea di Cardiologia raccomanda una riduzione del 50% nel livello di cut-off nei pazienti obesi [21]. Questa affermazione vale sia per lo scompenso a funzione sistolica Figura 2. Ruolo dei peptidi natriuretici nell’interazione cuore-tessuto adiposo. In condizioni fisiologiche i peptidi natriuretici (ANP: fattore natriuretico atriale. BNP: fattore natriuretico cerebrale) vengono sintetizzati dal cuore, e tra gli organi bersaglio hanno il tessuto adiposo, love promuovono sintesi di adiponectina e lipolisi, contribuendo in tal modo al mantenimento dell’omeostasi circolatoria. L’eccesso di tessuto adiposo determina ridotta sintesi ed aumentata degradazione dei peptidi natriuretici. Ciò attraverso l’incremento del carico emodinamico e dello stress di parete determina il rimodellamento ventricolare, che predispone allo sviluppo di Scompenso cardiaco. Lipolisi Tessuto adiposo Cuore Adiponectina ANP BNP Sovraccarico di volume Incrementi dello stress di parete Rimodellamento Ventricolare

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