Obesità: da amplificatore di rischio a malattia cronica

77 DOCUMENTO SIPREC 2022 B. Insulina L’eccesso di peso corporeo e di adiposità favoriscono l’instaurarsi di una condizione di insulinoresistenza, compensata dalla stimolazione della secrezione pancreatica di insulina e di fattori di crescita insulino-simili (IGF-1), che si traduce comunemente in uno stato di iperinsulinemia. Questa condizione, oltre a incrementare il rischio metabolico di diabete, può favorire la proliferazione e una maggiore aggressività delle cellule tumorali e quindi l’insorgenza di alcuni tipi di cancro (colonretto, pancreas, rene, fegato, mammella postmenopausale, endometrio). L’insulina, infatti, oltre ad essere uno dei principali protagonisti nella regolazione del metabolismo glucidico, regola anche altri aspetti del funzionamento del nostro organismo e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro. Sebbene l’insulina stessa non induca mutazioni delle cellule somatiche, esercita effetti anabolici e anti-apoptotici e in concentrazioni soprafisiologiche ha effetto mitogeno. Inoltre, l’insulina favorisce la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I che è un vero e proprio fertilizzante per le cellule in generale e in particolare per quelle cancerose ed esercita effetti pro-angiogenici e neo-vascolarizzanti, aumentando il rischio di tumore e metastasi. C. Ormoni sessuali Gli ormoni sessuali endogeni prodotti dal tessuto adiposo stimolano la crescita delle cellule tumorali e mediano direttamente l’effetto dell’obesità sul cancro, in particolare nei tumori della mammella e dell’endometrio. Gli estrogeni sono mitogeni, regolano l’espressione del substrato-1 del recettore dell’insulina (IRS-1) nel seno e inducono danni al DNA mediati dai radicali liberi, instabilità genetica e mutazioni geniche nelle cellule. In pazienti con storia anamnestica di tumori al seno o all’utero, l’eccesso di estrogeni legato all’eccesso di tessuto adiposo può facilitare l’insorgenza di recidive. D. Tessuto adiposo ed Adipochine Molte attività metaboliche ed endocrine si svolgono nel tessuto adiposo. Tale tessuto non funge da mero deposito ma ha anche funzioni attive nella secrezione di diverse sostanze chiamate adipochine. Nell’obesità, c’è un’eccessiva secrezione di molecole pro-infiammatorie “deleterie” (IL-6, TNF, la leptina, PAI-1, …) che possono avere un ruolo favorente lo sviluppo e la progressione del cancro, avendo effetto mitogenico, pro-infiammatorio, anti-apoptotico e pro-angiogenico. Al contempo, negli stati di obesità di verifica una iposecrezione di adipochine “benefiche”, come adiponectina e visfatina, che presentano livelli sierici correlati negativamente con il BMI e ancor di più con l’adiposità viscerale, l’insulina e gli estrogeni. Queste sostanze, in particolare l’adiponectina, hanno un ruolo protettivo nella cancerogenesi, sia indirettamente agendo contro lo sviluppo dell’insulino-resistenza, sia direttamente avendo effetto anti-proliferativo, pro-apoptotico, anti-angiogenetico, antinfiammatorio e inducendo la down-regulation delle molecole di adesione vascolare, riducendo quindi la diffusione del tumore. E. Infiammazione cronica L’eccesso ponderale è frequentemente associato ad uno stato di infiammazione cronica di alcuni tessuti, con una esagerata ed inappropriata produzione di citochine e l’attivazione di vie di segnalazione pro-infiammatorie. Il grasso, infatti, è un deposito naturale di sostanze che favoriscono la produzione di tali sostanze. Lo stato infiammatorio cronico di basso grado caratteristico nell’obesità sembrerebbe giocare un ruolo importante nell’avvio e nella promozione dello sviluppo delle cellule tumorali. Un esempio lampante è quello dell’infiammazione cronica nell’esofago come conseguenza del reflusso gastroesofageo, condizione notoriamente più frequente tra i soggetti obesi e predisponente lo sviluppo del cancro all’esofago.

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